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5 febbraio 2000 da Corriere della Sera


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Acqua di rubinetto nei blocchi di ghiaccio

Ettore Vittorini

Firenze, I blocchi di ghiaccio caduti a decine in varie regioni italiane sarebbero composti da neve di alta montagna mista a polveri e sale, oppure da acqua di sorgente o addirittura di rubinetto.
Questi sono i primi risultati, contrastanti, delle analisi su alcuni campioni, eseguite dal laboratorio dell'Istituto internazionale per le ricerche geotermiche del Cnr di Pisa. E mentre gli esperti proseguono nelle indagini di laboratorio sono state rese note gia le origini di alcuni fenomeni: sarebbero provocati in parte da aerei e da fattori meteorologici, ma anche da qualche mattacchione in vena di scherzi.
Per esempio, il pezzo di ghiaccio che, precipitato il 27 gennaio 2000 a Osimo in provincia di Ancona, ha ferito al capo un operaio proveniva certamente da un aereo. Lo afferma il responsabile del laboratorio del Cnr, ingegner Mario Mussi. Il campione di ghiaccio - spiega - ha una carica isotopica caratteristica della neve di alta montagna o di quella proveniente dalle pianure dell'Europa dell'Est. Se a questo si aggiunge la componente di polvere, ma soprattutto di cloruro di calcio e di sodio, ovvero i componenti del sale sparso sulle strade ghiacciate o sulle piste degli aeroporti, si puo' ritenere che si tratti di un blocco staccatosi da un aereo.
Il ghiaccio si sarebbe dunque formato nell'alloggiamento del carrello che al momento del decollo avrebbe raccolto polvere e sale. Una volta in quota, dove la temperatura raggiunge meno 20 gradi, questi elementi, insieme al vapore acqueo condensato, si sarebbero solidificati in un blocco di ghiaccio.
Poi in fase di atterraggio, con l'aumento della temperatura, il materiale si sarebbe staccato, precipitando al suolo. Sempre provenienti da un aereo sarebbero i blocchi caduti la settimana scorsa vicino a Carrara.
Lo sostiene una relazione dell'Arpat della Toscana. Si tratta di ghiaccio formatosi su superfici metalliche in seguito a condensazione e congelamento di vapore acqueo, spiega Gino Camici, uno dei responsabili dell'Agenzia regionale. Inoltre, la caduta dei blocchi seguita immediatamente al passaggio di un aereo era stata confermata da alcuni testi.
Ma non sempre sono gli aerei a causare questi fenomeni. In alcuni casi, i blocchi sarebbero il frutto di scherzi, come e' accaduto a Cascina, in provincia di Pisa. Le analisi esguite dal Cnr e dall'Arpat hanno stabilito che l'acqua da cui e' composto il pezzo di ghiaccio rinvenuto nel centro della cittadina proviene dall'acquedotto comunale. Resta invece un mistero la provenienza del blocco trovato nel giardino di un convento di San Martino di Luperi, in provincia di Padova. Dagli esami del Cnr, il ghiaccio non proviene daa un aereo e nemmeno da grandine o da altri fenomeni meteorologici.


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