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Il diavolo non brucia le chieseElisabetta Rosaspina | |||
Torino, una scalinata senza indicazioni conduce alla cripta del Santuario di Maria Ausiliatrice, una porta blindata si apre su un corridoio con la statua della Vergine. Piu' in la' non si puo' andare, senza lettera di presentazione. Per incontrare don Giuseppe Capra, uno dei sei esorcisti della Diocesi di Torino, occorre il lasciapassare di un parroco o di un confessore. Un primo attestato che certifichi qualche effettivo problema con Satana. Se non ci fosse un filtro - spiega l'assistente del sacerdote - qui avremmo la ressa tutti i giorni. Una sosia perfetta di Whoopy Goldberg (la protagonista del film Sister Act), non referenziata, tenta d'insistere, ma non riesce a superare il posto di blocco, dove arriva l'eco di preghiere corali. E' la terapia di base contro le incursioni del Maligno. Si somministra dal lunedi al sabato, giovedi escluso, alle 14:30. Soltanto per una ristretta minoranza di casi gravi si richiedono riti piu' specifici. Alla porta di don Capra bussa soprattutto chi ha esagerato con sette, maghi, stregoni, fatture e malocchi. E chi, meglio di un esorcista, puo' sapere se non ci sia per caso la coda del Grande Piromane? Rientra nei gusti del demonio la distruzione dei luoghi sacri del Cristianesimo - ammette Don Capra -, ma l'incendio della Cappella realizzata del 1600 da Guarino Guarini non e' certo opera diretta del diavolo; e' piuttosto un sintomo dell'incapacita' degli uomini ad amministrare i patrimoni dell'arte e del culto. Satana non appicca direttamente il fuoco, e non si occupa di colpire personalmente i simboli sacri. Pero' nella Bibbia si spiega come sia proprio lui il primo consigliere del male nell'uomo. Ne insidia la verita', la liberta', l'autenticita'. E una malattia dello spirito. Il nostro secolo ha visto tragedie enormi, altro che l'incendio della Cappella del Guarini. Si, ma e' accaduto proprio nella citta piu odorosa di zolfo d'Italia, con fama di esuberanti passioni esoteriche. Sarebbe potuto accadere ovunque - non si scompone Don Capra -. Quando e' bruciata la Fenice di Venezia, nessuno ha dato la responsabilita' al demonio. Puo' darsi che il diavolo ne goda, ma la sua opera si ritorce sempre contro di lui. Fin dai tempi del peccato di Adamo ed Eva, che ha comportato l'incarnazione di Dio e la redenzione dell'umanita. Anche i rischi corsi dalla Sindone sono stati uno choc salutare., perche' hanno risvegliato le coscienze e l'attenzione per la Reliquia e per la sua importanza spirituale nella vita di questa citta. Vero, ma le fiamme che hanno attizzato il Sacro lino hanno attizzato in particolare gli esoterici della domenica, come li definisce Massimo Introvigne, sociologo delle religioni ed esperto di sette. Sono appena rientrato dagli Stati Uniti e ho scoperto che su Internet si sono scatenati gruppi di discussione internazionali sul rogo che ha minacciato la Sindone. Mentre nessuno parla della cupola devastata. La suggestione del simbolo ha superato, intatta, anche le polemiche dei recenti studi del British Museum, che considerano la reliquia di origine medievale. I navigatori di Internet e dell'ignoto sono divisi, racconta Introvigne. C'e' di tutto. Dall'ipotesi che sia stata l'energia cosmica irradiata dalla Sindone a srigionare la prima scintilla, a quella che sia colpa invece della cometa Hale-Bopp o addirittura dei marziani. C'e' chi ricollega l'evento all'inizio del terzo millennio e a complotti paranormali di fine secolo e chi risale ai Templari e ai segreti dei Rosacroce. Prima o poi qualcuno tirera' certamente in ballo l'Anticristo, invece di accontentarsi della soluzione piu' ovvia e piu' semplice, anche se molto terrena: forse la svista di un cuoco oppure di un elettricista. | |||
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